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“Non mi piace” – Bonucci afferma che il metodo di Motta va contro le tradizioni della Juventus

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L’ex capitano della Juventus, Leonardo Bonucci, insiste sul fatto che la squadra sia con Thiago Motta, ma non apprezza una pratica in particolare.

Il club ha nominato il 42enne come nuovo allenatore dopo aver interrotto il rapporto con Max Allegri, in seguito a una seconda esperienza turbolenta a Torino. L’italo-brasiliano è stato considerato il profilo ideale per implementare uno stile di gioco nuovo e progressista, allontanandosi così dal calcio rigido e poco ispirato visto sotto la guida del suo predecessore.

Tuttavia, i tifosi dell’Allianz Stadium devono ancora assistere al tocco magico di Motta, salvo alcune sporadiche fiammate di brillantezza, mentre la squadra continua a lottare per trovare continuità.

Bonucci, però, rivela che l’allenatore gode ancora della massima fiducia da parte di tutti nel club, compresi i giocatori.

“Thiago Motta è un allenatore che conosce il calcio, sa dove vuole arrivare. Ce ne sono pochi come lui”, ha dichiarato l’ex difensore in un’intervista a La Stampa (via Calciomercato), parlando del suo ex compagno di squadra in Nazionale.

“Bisogna avere fiducia nel suo metodo. Le difficoltà fanno parte del gioco. I giocatori sono dalla sua parte, lo seguono, il che significa che siamo sulla strada giusta.

È un calcio diverso rispetto a quello degli ultimi anni. Parlo con i giocatori della Juventus e non trovo nessuno che non supporti il lavoro di Thiago Motta.”

Bonucci e la questione della fascia da capitano

Nonostante ciò, l’ex capitano bianconero si dice contrario al continuo cambio nell’identità del capitano.

“È una gestione che non mi piace. Quello che conta è la tradizione, le partite giocate e la conoscenza dell’ambiente. Sono convinto che il capitano debba essere il più ‘anziano’, con maggiore esperienza. Ma Locatelli ha le qualità giuste.”

Il legame di Bonucci con la Juventus

Il giocatore, recentemente ritiratosi, ha poi raccontato quanto la Juventus significhi per lui.

“È la mia vita. Lo è stato dal primo tocco di palla da bambino e lo è ancora adesso che ho smesso di giocare.

Hai l’opportunità di rappresentare milioni di tifosi, non puoi sottrarti alle responsabilità partita dopo partita. Ho persino messo la Juve davanti alla mia famiglia. Era vero amore.”

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